Introduzione. Verde e blu


Se fossi stato più lesto avrei potuto pubblicare questa storia come si faceva un tempo: portandomi dietro cartelle dattiloscritte e corrette a matita, coi geroglifici della mia calligrafia (magari anche, qua e là, qualche profumata sbavatura di caffè).

Avrei voluto d'altronde continuare all'infinito a rimettere in ordine le fotografie, per trovar loro un posto sempre più giusto, nel flusso dei ricordi d'una vita: l'azienda, il paese, la famiglia...

Mi ci sarei perso ancora volentieri, in questo lavoro che racconta la voglia d'una qualche perfezione in questo mondo: tra verde e blu. E l'influsso dispettoso e allegro della fantasia, per fortuna tenuta a terra dalle radici e dall'aiuto 'da laboratorio' della mia Maria Elisa (precisa, scientifica, tenace).

Poi il blu m'ha coinvolto fino a farmi perdere le parole, l'abbraccio del verde è diventato per sempre. I pensieri hanno ceduto non tanto alla creatività, quanto al vento.

Negli scatoloni con su scritto - tutto alto e grassetto - LIBRO DI PIER LUIGI qualcuno ha tentato di tenere ordinati gli impaginati, gli originali in bianco e nero lontani dall'ingiallimento. Mentre i file (ancora non ho ben chiaro cosa significhi questa parola...) mi dicono che si sono fatti in parte illeggibili, vecchi. 

Tutto perso, dunque?

Ma la testardaggine è cosa che appartiene più di tutte a questo racconto. E quindi oggi trovo ancora, non so bene come, il modo di sussurrare a un orecchio. Spero sappiate capire, ascoltare, portare avanti il filo per riannodarne i capi ad altri nuovi: dare un senso. Testardi, ma ammorbidenti, come in fondo sono stato io.

Commenti